Un viaggio ancestrale nell’utero di madre terra, dove la religione diventa superstizione. Chi è l’eminenza gialla? E dove è finito il prete di Civita? Un giornalista e una dottoressa si calano negli oscuri vicoli che si dipanano come arterie malate nel cuore di un paese dell’entroterra pugliese. Qui Dio non è nell’alto dei cieli, ma nelle profondità del suolo. Dio è larva, è humus, è la cosa che striscia sotto le radici.
I tre libri che compongono questa trilogia si intitolano rispettivamente “Terra Rossa”, “Conigli blu” e “Orrore nero” e sono venduti separatamente, ma sappiate che una volta letto il primo non potrete non proseguire e sarete “costretti” ad acquistare anche la seconda e la terza parte.
Ambientato nel dopoguerra, il libro ha una scrittura fluida e piacevole, equilibrata e coinvolgente: “Considerava l’alba il luogo sacro delle speranze umane, la cattedrale dove il giorno nascente si investe di intime aspettative, prima che queste comincino a sgretolarsi sin dai primi passi del lungo cammino circolare che conduce alla sera”.
Il linguaggio ha forza, porta con sé il sapore del terrore e il colore di luoghi oscuri: “Provava una paura dannata, perché le fondamenta del mondo sembravano non posare più sulla solida roccia del tangibile ma sulle sponde fangose di incomprensibili fiumi neri celati oltre l’invalicabile orizzonte della percezione”.
Alberto a Barbara sono i nostri compagni di viaggio lungo un percorso che non è fatto solo di mistero, ma anche di dolore. Le pagine sulla malattia della figlia di Alberto s’insinuano destabilizzanti a scoperchiare la nostra paura più grande, quella di sopravvivere ai nostri figli e ci spingono a partorire i demoni che albergano nella nostra testa.
Nel complesso un libro bellissimo, originale, claustrofobico, che reinterpreta le storie e le leggende popolari della Puglia più misteriosa. Le credenze e i racconti che sentiamo da bambini hanno una forza dirompente e lasciano sgradevoli sensazioni addosso, come di ragnatele appiccicose. Il merito dell’autore è stato quello di aver saputo reinterpretare il folklore religioso di un tempo, tra sacro e profano, senza perdere per strada il senso di disagio che le storie sulla misteriosa “maciara” portano con sé. Chi è costei? Una strega? Una maga? La serva di nuovo Dio o forse una prostituta del demonio?
Tutto è in equilibrio in questo libro dove sono tante le scene di culto che restano impresse a lettura conclusa: quella della vasca da bagno, quella del pentolone di olio bollente, la discesa nella caverna dei conigli blu.
Un romanzo “polposo”, dove la polpa che gustiamo ci delizia, ma non ci sazia, inducendoci a proseguire, pagina dopo pagine, verso l’epilogo sorprendente e accattivante.
Complimenti all’autore. L’ho scovato per caso ed è diventata una delle letture più belle del 2023.