Cinque racconti grotteschi venati di humor nero e di horror che esplorano le paradossali vicende di persone comuni.
Nel primo un gruppo di ex compagni di classe si ritrova a festeggiare il compleanno di uno di loro in un casale che diventerà la loro tomba.
Nel secondo un infermiere con problemi psichici aiuterà un uomo a compiere la sua vendetta.
Nel terzo un intero condominio si affaccenda per scoprire chi ha gettato nel giardino un preservativo usato.
Nel quarto una torbida storia di sesso clandestino sfocia in un tragico epilogo.
Nel quinto la morte di un famoso scrittore scatenerà la lotta tra due suoi fan per accaparrarsi la rarissima e preziosa prima edizione del suo romanzo d’esordio.
Estratto
Le corsie dell’ospedale erano silenziose e fiocamente illuminate da una tenue luce bluastra, che baluginava tremolante lasciando in una zona d’ombra le parti del corridoio che s’intervallavano tra una porta e l’altra.
Aurelio vi lavorava ormai da dodici anni. Aveva trovato in questo luogo di sofferenza il conforto alle sue pene. Non era la guarigione dei pazienti che cercava, per quanto a quella finalità era deputata la sua missione lavorativa, ma il loro dolore. Era attratto dal dolore che gli ospiti portavano dall’esterno dentro quelle mura. L’ospedale era pregno di sofferenza, ma la sofferenza non nasceva lì dentro, si formava fuori e lì confluiva, in attesa che qualcuno, o qualcosa, riuscisse ad attenuarla o a farla sparire del tutto. E quando questo avveniva, quando il male si spegneva perché l’ospite che lo conteneva non ce la faceva e passava a miglior vita, il dolore si trasformava, usciva dal corpo del defunto per confluire in quello delle persone che erano accorse al suo capezzale. Perché il dolore non finiva mai, solo si trasferiva, da un corpo all’altro. Il dolore aveva bisogno di un’anima da consumare e come un virus, esaurito il suo compito, migrava in un’altra anima e ricominciava il suo lento lavorio di distruzione.