11 sono i giocatori che scendono in campo e 11 sono i capitoli di questo libro che racconta 50 anni di storia bianconera attraverso ricordi e aneddoti di uno juventino di Roma.
Da Trapattoni a Lippi, da Platini a Del Piero, passando per Conte, Allegri, la Champions e Calciopoli.
Le radiocronache, le trasferte allo stadio, vittorie e sconfitte all’ultimo minuto che fanno salire la febbre, una febbre a 90 gradi.
ESTRATTO
Sei di Roma, perché tifi Juve?
Quante volte mi avranno fatto questa domanda? Almeno un centinaio credo. La metà di quelli che me la facevano si dava pure una risposta (sbagliata) da soli. Sei della Juve perché vince. Eccola la banalizzazione.
Non ho mai avuto difficoltà a spiegare la genesi del mio tifo. È vero, sono nato e vivo a Roma, ma sono andato via dalla mia città a due anni, per farvi ritorno a tredici e in questo periodo non ho avuto compagni di scuola romanisti né parenti laziali che potevano orientare le mie scelte. Ho vissuto fino a otto anni al nord e quindi sarebbe facilissimo spiegare l’origine bianconera del mio tifo con le influenze settentrionali.
In realtà io non ho mai scelto, ricordo di essere sempre stato della Juve. Così come sono italiano, così come ho la pelle chiara e i capelli scuri, ho il sangue bianconero.
È DNA, sta scritto lì. E se anche non ci fosse quell’impronta nei miei geni, ci ha pensato mio papà a darmi l’imprinting. Il suo è stato un lavaggio del cervello. Sistematicamente, nel augurarmi la buona notte, affacciato alla mia culla, mi ripeteva “Forza Juve”, instillando nella mia mente l’aroma di una parola così magica e suadente che io non riuscivo a ripetere e storpiavo in “uie”.
E poi io ho insegnato il credo a mio fratello e così sarà, di generazione in generazione. Questa è la via.