L’origine del principio.
Quarto capitolo della saga di Kingsbridge, iniziata nel 1989 con “I pilastri della terra” e proseguita poi con “Mondo senza fine” e “La colonna di fuoco”. Quest’ultimo capitolo però è un prequel e narra i fatti ricompresi tra il 997 e l’anno 1006, collegandosi agli altri 3, metaforicamente, con un ponte, un famoso ponte sopra un fiume, teatro di lotte, scontri e intrighi di potere.
Nonostante la mole dell’opera non ritroviamo in questo testo centinaia di personaggi, come in altri libri di Follett, dove genealogie di famiglie intrecciano i loro destini. Qui i protagonisti sono essenzialmente tre: il monaco Aldred, il costruttore Edgar e la contessa Ragna. Tre indimenticabili personaggi, magnificamente caratterizzati e legati tra loro da un destino spesso crudele che li pone di fronte a scelte drastiche e dolorose e ad atti di puro eroismo.
Sullo sfondo di una guerra continua contro i barbari vichinghi, di cui la prua di una delle navi domina la copertina del libro, veniamo trasportati in pieno medio evo, in quell’anno mille dove giovanissime schiave sono costrette a prostituirsi per pochi denari e a dare alla luce figli senza padri. Vescovi perfidi e sovrani spietati amministrano la giustizia non secondo le leggi, ma secondo il volere degli uomini più potenti. Tra fuorilegge introvabili e violenze sessuali, c’è spazio per storie d’amore impossibili e tormentate. Edgar perderà la sua amata Sungifu e rincorrerà per anni un sogno d’amore con Ragna, a sua volta sposata all’aldermanno Wilwulf e catapultata dalla civilizzata Normandia alla piovosa e brutale Inghilterra. Aldred cercherà di trasformare la sua abbazia in un centro di erudizione, ostacolato dal vescovo Wynstan, una delle figure più crudeli di tutta la bibliografia di Follett. Non mancano le scene forti, specchio di tempi bui e violenti, tra tutte un infanticidio ed una castrazione sulla pubblica piazza.
Tra colpi di scena e momenti epici l’autore ci svela la vita di questi tre eroi che si muovono verso un destino che li porterà a poggiare il primo mattone di quella Cattedrale che sarà poi il simbolo del romanzo forse più famoso di Follett.